Monastero di Santa Chiara: viaggio nella storia monumentale di Napoli
La città di Napoli distribuisce la sua bellezza tra luoghi di memoria storica, musei ed antichissimi edifici di culto. Tra questo riconosciamo il Monastero di Santa Chiara (vedi la posizione sulla mappa), che per la città non è solo una chiesetta legata al culto cristiano ma una vera e propria istituzione, più volte omaggiata attraverso racconti popolari, canzoni e film iconici: tutti ricorderemo la scena di “Matrimonio all’Italiana”, celebre film ispirato alla commedia di Eduardo De Filippo, Filumena Marturano, in cui ritorna anche il ritornello della canzone dedicata al Monastero.
Monastero di Santa Chiara: la storia
La storia della chiesetta attraversa tanti diversi accadimenti che hanno distinto la città di Napoli, come ad esempio il bombardamento che segna l’inizio del secondo conflitto mondiale, per il quale il complesso di Santa Chiara venne demolito. L’evento scosse la popolazione, visceralmente legata a quel monumento che dominava il capoluogo campano dall’era angioina.
Fu infatti Roberto d’Angiò a volerne fortemente la costruzione. Nel 1310 i lavori furono affidati all’architetto Gagliardo Primario: questi però furono terminati solo nel 1328.
A seguito dei bombardamenti del 1943, gran parte degli affreschi all’interno del monastero andarono perduti. Per tale ragione, nel 1944 fu avviata la ristrutturazione.
La chiesa poté riaccogliere i fedeli solo nel 1953.
Oggi il Monastero di Santa Chiara ospita al suo interno il Museo dell’Opera, che raccoglie tutte le opere sopravvissute agli incendi dovuti alla seconda guerra mondiale. All’interno della Basilica, invece, vengono ancora conservate delle antiche opere funerarie: sepolcri che conservano le spoglie dei nobili del tempo.
Dal Monastero è possibile raggiungere anche i due chiostri, quello di San Francesco e quello delle Clarisse.
Quest’ultimo, detto anche maiolicato, conserva al suo interno alcuni degli affreschi rimasti dopo gli scontri bellici e preserva ancora il suo stile barocco. Diverso è per il chiostro di San Francesco, che invece è stato sottoposto a rifacimenti che ne hanno cambiato la struttura originaria.